sabato 6 luglio 2013

Come partecipare

Un po' di informazioni concrete per chi avesse piacere di partecipare.

Intento del lavoro è descrivere l’identità (al momento delle riprese) dei partecipanti attraverso la messa in scena - da parte loro in collaborazione con la sottoscritta - di sé, con oggetti, abbigliamento, posture e racconto personale. Il lavoro di allestimento e successiva ripresa viene svolto come segue:

- Ogni partecipante verrà ripreso/a in un’apposita sessione al massimo d'una giornata dedicata soltanto a lui/lei. La durata massima di ciascun ‘ritratto’ è di 30 minuti, non necessariamente di ripresa continua.

- In tale sessione la persona costruirà il proprio spazio di rappresentazione secondo i propri desideri, quindi verrà ripresa mentre racconta/usa lo spazio scenico per parlare della propria identità. Per tale ragione è necessario darmi informazioni preliminari relative ai materiali necessari per la costruzione della propria scenografia (tessuti/pannelli per gli sfondi, arredamento essenziale, oggetti) e indicare di quali mi devo fare carico dell’approvvigionamento.

- Tutto il processo di allestimento dello spazio e di produzione del ritratto verrà ripresa per il video del backstage - si documenta il risultato, quanto il processo della collaborazione. 

- Abbigliamento, pettinatura, trucco, posture ecc. concorrono a informare sulla propria identità: anche questi vanno scelti da ciascun partecipante e anche questi possono costituite tema di discussione.


Per facilitare tale riflessione su di sé è stato predisposto un elenco di potenziali interrogativi di diversa natura e grado di profondità (v. oltre): ciascuna persona può scegliere di risponderne ad alcuni, così come ne può elaborare liberamente altri a sua scelta (ovvero: le domande dell’elenco non sono vincolanti, né necessariamente il ‘ritratto’ della persona deve seguire il modello dell’intervista: un partecipante può, per esempio, prepararsi il racconto di sé in precedenza e poi narrarsi davanti alla videocamera).

In qualsiasi momento è possibile sospendere, concludere o cancellare i materiali ripresi che non piacciono/convincono i partecipanti (es. quando un racconto non è ‘venuto bene’ secondo il partecipante, quando sono emerse inavvertitamente informazioni che non si volevano rendere pubbliche, quando si vuole ‘rifare una scena’ ecc.).

Questo lavoro è una ricerca, un progetto artistico, un gioco - la speranza è quella che attraverso questo processo ci conosceremo un po' di più come esseri umani, scriveremo un pezzetto di narrazione della storia insieme, e tutto questo cercando d'essere soddisfatti di ciò che abbiamo creato. Giochiamo seriamente, quindi ;-) 


Falsariga per riflettere sulla propria identità culturale

N.B.: La prima domanda è obbligatoria, le altre no (potete scegliere di rispondere ad alcune, a nessuna o ad altre di vostra ideazione).

1. Nome e cognome, cittadinanza alla nascita, paese d’origine, città d’origine + cittadinanza attuale, paese e città attuale di residenza
2. Lingua madre e lingue conosciute
3. Famiglia, religione, formazione (passata, presente o cui si aspira), lavoro (passato, presente o cui si
aspira)
4. Quale simbolo ritieni essere stato determinante nel renderti ciò che sei adesso
5. Quali parole ritieni essere state determinanti per renderti ciò che sei adesso
6. Quale suono o musica ricordi con nostalgia della tua infanzia
7. Quale musica ascolti e perché
8. Quali profumi/odori ti colpiscono e che cosa ti ricordano
9. Quali colori ti piacciono e perché
10. Quale è il tuo film preferito e perché
11. Quali programmi televisivi guardavi da piccolo
12. Quale alimento/cibo preferisci e perché; cosa provi nel mangiarlo
13. A quali oggetti sei/eri affezionato e perché
14. Quali eventi ritieni essere stati determinanti per renderti ciò che sei adesso
15. Quali attività ritieni essere state determinanti per renderti ciò che sei adesso
16. Che cosa vuoi fare, quale è la priorità della tua vita, in quali valori credi
17. Quali persone ritieni essere state determinanti per renderti ciò che sei adesso
18. Chi/come vorresti diventare
19. Quale ambiente naturale, paesaggio, contesto spaziale preferisci
20. Dove passi, o vorresti passare, la vita quotidiana
21. Quali ritmi vorresti avesse la tua vita quotidiana
22. Ecc. ecc. ecc

venerdì 5 luglio 2013

Il progetto Staged Authenticity




Nella seconda metà dell’‘800 fondazioni e musei finanziavano la realizzazione di raccolte fotografiche di quelle che erano considerate culture ‘in via di estinzione’. I fotografi che si recavano in Africa, Asia, Oceania avevano come scopo quello di realizzare un campionario di tipi e culture umane. In verità tali immagini vennero spesso realizzate ‘in studio’, con evidente disinteresse per il contesto di vita reale dei soggetti ripresi. I soggetti indossavano vestiti e ornamenti che talora non erano propri della loro cultura, ma di altre limitrofe, e lo sfondo retrostante era dipinto con paesaggi che avrebbero dovuto riprodurre il presunto ambiente naturale della loro esistenza.


Il concetto di ‘staged authenticity’ viene applicato ad un’altra invenzione, quella della recitazione di sé da parte del soggetto del film documentario, che vede protagonista negli anni ’20 il regista Robert J. Flaherty. Flaherty girò una serie di sequenze che ritraevano il paesaggio e la vita degli Inuit. L’identità culturale degli eschimesi veniva messa in scena con gli Inuit che negoziavano con il regista le modalità di ripresa, col fine di entrambi di costruire una rappresentazione che restituisse contemporaneamente il proprio sguardo sull’identità dell’altro, lo sguardo altrui su di sé e infine la collaborazione tra i due.

Il progetto ‘Staged authenticity’ è animato dallo stesso intento: esso vuole restituire, in forma di immagini fotografiche e video, l’identità culturale di diversi individui in un centro periodo della loro esistenza - l’identità culturale che sappiamo essere fluida, dinamica, in costante trasformazione - attraverso la ‘messa in scena’ di sé all’interno di un contesto costruito in collaborazione con la antropologa/fotografa/regista, in cui trovano spazio quelli che i soggetti ritengono essere gli elementi simbolici fondamentali del loro immaginario di sé, così come la dimensione culturale della loro memoria e del loro desiderio.

Obiettivo del lavoro è descrivere l’identità (al momento delle riprese) dei partecipanti attraverso la messa in scena - da parte loro - di sé con oggetti, abbigliamento, posture e racconto personale. Ogni partecipante verrà ripreso/a in un’apposita sessione dedicata soltanto a lui/lei. In tale sessione la persona costruirà la propria rappresentazione culturale di sé secondo i propri desideri (abbigliamento, pettinatura, posture, sfondo, oggetti ecc.) quindi verrà ripresa/fotografata mentre racconta/usa lo spazio scenico per parlare della propria identità.

La realizzazione delle fotografie/riprese si svolgerà a partire dall'estate 2013 a Torino (ed eventualmente anche in altre città, in base alla risposta degli interessati).

Per partecipare scrivere a cbalmativola(at)yahoo.com